In occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, il prefetto Tagliente, presidente della sezione romana dell’Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, sulle pagine web del Corriere dello Sport: «Il fenomeno delle baby gang preoccupa in tutto il Paese: famiglia scuola e sport, insieme, rappresentano una via d’uscita»

La Sezione romana dell’Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia celebra la “Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace” ricordando il valore educativo dello sport per fronteggiare l’emergenza sociale delle bande giovanili.

«Negli ultimi tempi stiamo registrando un nuovo fenomeno criminale e sociale. Qualcosa di più delle baby gang. Nuovi gruppi criminali minorili capaci di aggressioni violente anche con le armi. Alcuni componenti hanno meno di 14 anni» ha dichiarato il Presidente Tagliente al fine di sensibilizzare sul tema nell’approssimarsi delle celebrazioni per la “Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace”, in programma domani, 6 aprile: «A fronte di questo degrado, etico e morale – prosegue Tagliente – abbiamo il dovere di domandarci se abbiamo colto tutti i rischi che corrono i nostri ragazzi e le future generazioni. Di chi è la responsabilità di tutto questo? Cosa avremmo dovuto fare, e cosa si può ancora fare per tutelarli? Come gestire questo fenomeno, una vera propria emergenza sociale, che sta mettendo in crisi le famiglie, la scuola e la sicurezza delle città? Abbiamo il dovere di domandarci se oltre alla risposta penale – che può avere efficacia sul singolo autore e comunque interviene a valle del reato – sia necessario chiedere di più a tutte le maglie della rete educativa».

«Sappiamo bene – continua così il suo ragionamento il presidente della sezione romana dell’ANAOAI – che alla formazione e sviluppo della personalità concorrono fattori organici, psichici e ambientali come quello familiare, scolastico e sociale. Sono in tanti ad attribuire la responsabilità alle famiglie e al mondo della scuola. In effetti è sotto gli occhi di tutti l’affievolimento della responsabilità genitoriale e dell’autorevolezza di alcuni rappresentanti del mondo della scuola. Io sono però dell’avviso che la responsabilità maggiore di questo degrado vada ricondotta alla mancanza di valori, di interessi e di punti di riferimento socializzanti, agli esempi che possono purtroppo arrivare da quei cattivi educatori nel mondo della comunicazione e dei social. In alcuni dibattiti televisivi viene consentito un linguaggio violento e carico di odio. Per non parlare dei social network. Sono fenomeni assai inquietanti. Il linguaggio aggressivo e le immagini violente alimentano a loro volta aggressività e violenza. A determinate fasce di età poi, lo spirito di emulazione è tanto più forte quanto è più debole la capacità di selezionare, analizzare e distinguere. I cattivi educatori vanno fermati perché spetta a noi formare i ragazzi al rispetto dei valori e al senso di responsabilità, soprattutto con l’esempio. Non possiamo aspettarci che i giovani lo facciano da soli».

Infine un monito: «Voglio cogliere l’occasione proprio di questa ricorrenza della decima Giornata internazionale per riflettere sul valore educativo dello sport per fronteggiare anche questa emergenza sociale delle bande giovanili. Sono convinto che lo sport oltre ad essere un diritto fondamentale, grazie alla sua grande popolarità di vasta portata, è in una posizione ideale per contribuire anche alla prevenzione della violenza giovanile, rafforzando i legami sociali, il rispetto, la solidarietà. Lo sport può incidere in lodo determinante sul malessere di tanti ragazzi che cadono nella rete della peggiore emulazione dei cattivi educatori. Insieme alla famiglia e alla scuola, costituisce l’asse dei tre principali ambiti di formazione dei ragazzi, affinché da adulti diventino cittadini consapevoli. L’impegno sportivo, con le sue buone prassi educative, rafforza l’equilibrio del giovane e trasmette al contempo i sani valori positivi di condivisione e di rispetto. E’ innegabile come lo sport favorisca la crescita della personalità e prevenga il disagio psicologico alle origini dell’abbandono scolastico precoce e del malessere insito nei comportamenti dei minori protagonisti di atti di bullismo, violenza, aggressioni, risse e rapine, fino ai fenomeni delle gang giovanili. Praticare una disciplina sportiva è anche un’occasione per sentirsi protagonisti del contesto sociale in cui si vive e accresce l’autostima. D’altronde, l’antica espressione latina mens sana in corpore sano sta proprio a richiamare la stretta relazione tra benessere mentale e fisico. E anche per questo è importante il riconoscimento a livello costituzionale del valore educativo dell’attività sportiva. Per fortuna siamo in dirittura di arrivo, perché 13 dicembre 2022 l’Aula del Senato ha approvato il disegno di legge che assorbe anche gli atti Senato di modifica dell’art. 33 della Costituzione. Il testo è stato ora approvato all’umanità in Commissione Affari costituzionali della Camera e c’è da sperare che a breve, ci si augura entro l’estate, possa essere legge».